BLOOMSBURY ANNUNCIA I “POCKET POTTERS” PER GIOVANI LETTORI
Spesso ci si chiede quale sia l’età giusta per avvicinare i giovani lettori al mondo del “Ragazzo Che è Sopravvissuto”. Come noto, infatti se il primo volume è adatto a ragazzini fra i 9 e i 12 anni, i libri successivi alzano il tiro e sono comodamente riferibili a un target young adult (12-18). Ora, l’editore britannico prova a semplificare le cose, con il lancio di tre nuovi libri, che saranno il progetto pilota dell’operazione Pocket Potters.
Si tratta di nuova serie di volumi complementari alle iconiche storie di Harry Potter. I primi tre, che riguardano Harry, Ron ed Hermione, saranno pubblicati da Bloomsbury a partire dal prossimo 26 agosto, inizialmente disponibili in ben 25 lingue
Una serie di illustratori, fra cui Natalie Smillie (Harry Potter), Olivia Muza (Ron Weasley) e un orgoglio tricolore, Laura Proietti (Hermione Granger) hanno lavorato alla serie, usando il loro unico estro artistico per dare vita al mondo magico. Alcuni bozzetti sul volume dedicato a Hermione sono visionabili sull’account Instagram della nostra connazionale, mentre un altro sguardo sull’Opera è visionabile in questo breve spot pubblicitario sui Pocket Potters.
L’idea di questo tipo di companion books non è nuova. Si avvicinano per formato e intento ad altre serie, ad esempio:
1. Star Wars – “Little Golden Books” e “Galaxy of Adventures”
Piccoli libri illustrati per bambini che raccontano in modo semplice la storia di personaggi chiave come Darth Vader, Luke Skywalker e Yoda,includendo mini-biografie e momenti iconici dei protagonisti.
2. Marvel – “The World According to…”
Libri tascabili incentrati sui singoli eroi (es. The World According to Spider-Man, The World According to Iron Man), ricchi di illustrazioni, schede informative e curiosità.
3. Disney – “Disney Enchanted Library”
Piccoli libri illustrati che raccontano le storie dei singoli personaggi Disney (es. Belle, Elsa etc)
4. Pokémon – “Pokémon Mini Handbooks”
Guide tascabili che descrivono singoli Pokémon o gruppi di Pokémon, con illustrazioni e informazioni sulle loro abilità.
Viene però da chiedersi l’utilità di tutto ciò. Infatti, al di là dell’iper-raschiamento del barile e del conseguente guadagno che Bloomsbury si prefigge, dal punto di vista culturale questa operazione non fa altro che contribuire a quel fenomeno di rincretinimento in atto ormai da anni nell’industria dei libri per bambini. I volumi – purtroppo anche i testi scolastici – vengono iper-semplificati, ridotti in pillole, raccontati con un linguaggio estremamente piatto, il tutto per facilitarne al massimo la fruibilità.
È una tendenza che personalmente, abituata a libri per l’infanzia e a una scuola che costringeva il bambino a salire di livello, anziché abbassarsi al suo, ritengo contribuisca all’appiattimento cerebrale generale di menti che invece dovrebbero essere stimolate ad assorbire come spugne, perché si trovano nell’età più feconda per l’apprendimento.
Avrei potuto capire degli illustrati con qualche semplice frase (es. Harry va a Hogwarts, Harry compra una civetta) per un pubblico di bambini in età prescolare. Allora avrebbe avuto un senso, quello di stimolarli, non appena in grado di leggere, ad affrontare i veri e propri romanzi. Ma questa serie è diretta invece a bimbi di età 7-10: un’età in cui si è già imparato a leggere e quindi si può e si deve abituare a farlo con i romanzi, non con dei bigini imbarazzanti. Anche perché a quell’età i bambini avranno già visto i film e saranno quindi in possesso di una conoscenza infinitamente superiore e più articolata rispetto a questi libretti.
Alla fine, ho idea che l’unico valore che i Pocket Potters potranno avere sarà collezionistico, a prescindere quindi dal contenuto e dalla fascia di età di riferimento. Perciò, in buona sostanza, si tratta dell’ennesimo articolo di puro merchandising del quale, francamente, non si sentiva il bisogno, considerato anche il fatto che ormai il mercato potteriano è già saturo e, altrettanto francamente, anche già pieno di cose completamente inutili.