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MARINA LENTI

Dal 2009, curiosità e approfondimenti sul mondo di Harry Potter e sul genere Fantastico

CECILIA RANDALL INCONTRA HARRY POTTER

L’INTERVISTA

Cecilia, cosa pensi di Harry Potter dal punto di vista letterario?

Sono una grande fan di Harry Potter, quindi il mio giudizio è sicuramente positivo. Trovo che sia una saga ben costruita e ben scritta, in cui molti temi tipici del genere fantastico sono stato rielaborati in modo magistrale, rinnovati fino a farli sembrare del tutto originali. Lo stile è pulito e scorrevole e mi piace il modo in cui il linguaggio del libri matura insieme al personaggio. Rimpiango di non aver avuto undici anni quando ho letto il primo Harry Potter, perché avrei potuto crescere insieme al mio personaggio preferito, aspettando anno dopo anno l’uscita della sua prossima avventura.

 

E cosa pensi di Harry Potter dal punto di vista del fenomeno di massa?

Harry Potter è comparso al posto giusto nel momento giusto e ha contribuito moltissimo a riportare alla ribalta un genere, il fantastico, che sembrava fossilizzato intorno al fantasy e al Signore degli Anelli. Dopo Harry Potter il mondo si è finalmente reso conto che non ci sono solo elfi, draghi e cavalieri neri e che il fantasy più comunemente inteso è solo il sottoinsieme di un mondo molto più ampio. Certo, adesso le librerie sono piene di piccoli maghi e giovani streghe, ma tutto questo fa parte del fenomeno e comunque io credo che ogni singola voce d’autore contribuisca alla nuova prosperità di un genere bistrattato troppo a lungo. Inoltre, trovo semplicemente emozionante l’idea che i ragazzi si accalchino davanti a una libreria come davanti allo stadio prima di un concerto rock. Da questo punto di vista, dobbiamo alla Rowling anche il grande merito di aver fatto capire a molti che la lettura può essere un momento di aggregazione e di divertimento, che un libro con più di cento pagine non è una montagna da scalare con mille difficoltà, ma un mondo da esplorare in cui trovare avventure e amici. Spero che questo effetto non si esaurisca con la fine della saga di Harry Potter, ma possa continuare negli anni a venire. Anche se non credo che un fenomeno del genere possa replicarsi tanto presto intorno a un altro personaggio letterario, mi auguro che la passione per la lettura rimanga ben viva in chi l’ha scoperta attraverso Harry Potter.

 

Quali sono a tuo avviso i migliori pregi della saga della Rowling?

A differenza di molte altre saghe (fantasy e non), nei libri di Harry Potter si nota che lo svolgersi degli eventi principali è stato interamente pensato fin dall’inizio. La Rowling ha sempre dichiarato di aver progettato da subito non uno ma più libri consecutivi e io le credo. Lo dimostrano i tanti particolari sparsi all’interno di ogni singola avventura e poi ripresi sapientemente più avanti; i temi che ritornano a distanza di molte pagine (o di libri) con un’evoluzione così ben congegnata da non poter essere semplicemente improvvisata sull’onda del successo ottenuto dai libri precedenti. Trovo inoltre che l’autrice sia molto brava a tratteggiare i personaggi, soprattutto quelli che stanno dalla parte del Bene. Mentre i cattivi sono un po’ troppo stereotipati (ma questo è un tratto distintivo delle favole classiche), i buoni invece sono umani, diversificati, vicini al lettore con le loro debolezze, difetti e fissazioni. Non sono eroi senza macchia, ma persone con una vita quotidiana molto simile alla nostra (magia a parte, ovviamente!), con tutti i problemi che ne derivano: casa, scuola, famiglia, lavoro… Credo che ciascuno di noi lettori abbia potuto trovare tra le pagine un personaggio simile a sé, in cui immedesimarsi.

 

E i maggiori difetti?

Per me si concentrano soprattutto negli ultimi due libri e io temo che siano originati dal fenomeno planetario nato intorno alla saga. Da un certo punto in poi, si vede che la trama originale è stata ampliata ad arte e che le aggiunte non facevano parte del disegno iniziale. Il ritmo si perde in un numero di pagine sempre maggiore; entrano a forza temi pseudo-politici o sociali, che non si amalgamano bene con il resto. Altre vicende, invece, sono tagliate con l’accetta, come se a fine saga non rimanesse più spazio sufficiente, si fosse perso tempo prima e si dovesse poi concludere in fretta. Alcuni personaggi spariscono e il lettore lo viene a sapere quasi per caso, di sfuggita; alcune situazioni sono risolte con espedienti un po’ forzati. Il tono cambia e diventa più cupo e crudele. I personaggi crescono, d’accordo, ma mi sembra che l’autrice paghi troppo tributo verso i temi dark così di moda, a discapito della freschezza iniziale. In ogni caso, sono difetti che avrei perdonato di più a qualsiasi altro autore. Trattandosi della Rowling, invece, sento molto la delusione. Proprio perché è una scrittrice che mi piace tanto, avevo aspettative altissime sulla sua saga, in particolare sul finale. Purtroppo, invece, Harry Potter and the Deathly Hallows è proprio il libro che mi è piaciuto di meno. Adesso che è uscito in italiano lo rileggerò anche nella versione tradotta, ma non credo che il mio giudizio cambierà.

 

Qual è il tuo libro preferito (se li hai letti), oppure, se non li hai letti, come mai non li hai mai letti?

Harry Potter e la pietra filosofale mi ha incantata subito per la sua allegria e per l’originalità del mondo magico che mi ha spalancato davanti agli occhi. I miei due libri preferiti, però, sono Il Prigioniero di Azkaban e Il Calice di Fuoco. Non a caso costituiscono la parte centrale della saga, il punto un cui la trama si è fatta più adulta e complessa ma non è ancora diventata troppo cupa o appesantita da temi estranei.

 

C’è qualcosa che avresti assolutamente cambiato? Una situazione, un personaggio, un’ambientazione…

La morte di Sirius Black! Era il mio personaggio preferito, ho pianto quando l’ho visto cadere nel combattimento contro i Mangiamorte! Scherzi a parte, io non avrei privato Harry di una figura che poteva essergli allo stesso tempo maestro, complice e ostacolo nelle sue avventure future. Un personaggio come Sirius Black non sarebbe mai stato una guida saggia e confortante (come Gandalf è per Frodo o Obi-Wan Kenobi per Luke Skywalker): essendo una figura un po’ malandrina, forte e capace ma con difetti e pregiudizi molto radicati, sarebbe stato per Harry un esempio a volte da imitare ma molto più spesso da evitare. Mi sarebbe piaciuto vedere come il giovane mago riusciva a prendere le distanze dal suo padrino, pur affezionandosi a lui come a un secondo padre. Gli sviluppi potevano essere molto interessanti.

 

I tuoi progetti più prossimi?

Il mio secondo romanzo, Hyperversum – Il Falco e il Leone, è uscito in libreria a fine Ottobre e perciò adesso mi sto godendo un po’ di riposo. Parteciperò a un’antologia di racconti che dovrebbe vedere la luce a fine Gennaio, poi non so cosa mi riserverà il futuro. Non abbandonerò il mondo di Hyperversum, ma per ora sto spaziando con l’immaginazione in altre ambientazioni, tra il fantasy e la Storia. Ho due idee molto diverse tra loro, ancora chiuse nel cassetto, ma niente di concreto per il momento. Vedremo…

[NOTA: la presente intervista è stata realizzata alla fine del 2007]

 


BIOGRAFIA:

Sotto lo pseudonimo di Cecilia Randall si cela un’autrice italiana, Cecilia Randazzo, cresciuta a “pane e fumetti giapponesi”. Cecilia ha concluso i suoi studi con la laurea in Lingue e Letterature Straniere e un master in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Oggi lavora felicemente come grafico, web designer e, a volte, come illustratrice.

Appassionata lettrice, ha collezionato negli anni tonnellate di carta stampata, che cerca di stivare negli scaffali di casa, purtroppo sempre inadeguati alle sue esigenze. Non viaggia mai senza avere con sé il necessario per disegnare e, quando si trova in una città nuova (in qualsiasi parte del mondo), la prima cosa che cerca è la libreria più vicina.

Adora i romanzi e il cinema d’avventura in tutte le accezioni possibili, dal fantasy al mystery e alla fantascienza. Allo stesso modo, ama i fumetti e i cartoni animati, l’Archeologia, la Storia e i giochi di ruolo.

Ha esordito nel 2006 con il romanzo Hyperversum (Giunti), con il quale si è aggiudicata nel 2007 il Premio Letterario Nazionale Insula Romana (XXX edizione) per la sezione “Narrativa edita ragazzi”. A esso hanno fatto seguito altri due volumi che hanno concluso la saga nel 2009.

Ha inoltre partecipato come coautrice ad alcune antologie di racconti fantastici.

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