GLI ULTIMI ARRIVATI…

MARINA LENTI

Dal 2009, curiosità e approfondimenti sul mondo di Harry Potter e sul genere Fantastico

GLI ANIMALI DI HARRY POTTER

Dalla filmografia di Harry Potter ci si accorge subito di una particolarità di questa saga: l’impiego di numerosissimi animali sul set, un’esigenza dettata dal taglio della storia, popolata appunto da una pletora di creature non umane.

 

Chi ha letto L’Incantesimo Harry Potter sa che si tratta di bestioline di varia provenienza, a volte trovate nei rifugi e a volte fornite da società specializzate, ma tutte accomunate da una medesima caratteristica: il rispetto loro tributato dalla produzione, durante il rigoroso training sul set, in ossequio ai rigidi dettami della Humane Society, l”organizzazione americana senza scopo di lucro che si occupa della protezione e del benessere degli animali. Non a caso essa ha sempre insignito le pellicole di Harry Potter della pregevolissima certificazione secondo cui “nessun animale è stato maltrattato durante le riprese”.

 

Si tratta di un riconoscimento che fa molto onore alla produzione e che non è per nulla facile da conseguire, dal momento che le prescrizioni della Humane Society sono numerose e rigidissime, così come i controlli degli incaricati chiamati ad assistere sul set per certificarne le varie fasi.

Esiste infatti un vero e proprio manuale procedurale da seguire, denominato Guidelines fo the safe use of animals in the film media (Linee guida per l’uso sicuro degli animali nei film), che si articola in quattro parti:

 

1. la pre-produzione del film,

2. le riprese vere e proprie,

3. la post-produzione

4. la fase del marketing.

Accanto alle raccomandazioni generali e sanitarie, ci sono apposite previsioni per le scene potenzialmente pericolose, per quelle contenenti effetti speciali, per le ambientazioni e i costumi.

Ci sono poi raccomandazioni in merito al comportamento da tenere da parte della crew e delle specifiche relative alle varie tipologie di animali, ognuna con le proprie esigenze peculiari.

Per chi è interessato ad approfondire, qui trovate il manuale completo (in Inglese).

Aggiungo che non sarebbe affatto male se qualche regista nostrano – recentemente al centro di quella che ritengo una sacrosanta polemica sollevata dall’ENPA a fronte dell’inserimento di alcune sequenze ODIOSE spacciate per ”arte” – imparasse dai professionisti americani il trattamento da riservare sul set agli animali. Per una questione di rispetto verso gli stessi, per una questione di civiltà e anche per dare un segnale forte e un insegnamento doveroso alle generazioni più giovani.

A tal proposito mi piace ricordare la frase del Mahatma Gandhi: “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere valutati dal modo in cui vengono trattati i suoi animali” (v. Barbara De Mori, Che cos”è la bioetica animale, Carocci 2007, p. 87)

Non posso che sottoscrivere in toto.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *