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MARINA LENTI

Dal 2009, curiosità e approfondimenti sul mondo di Harry Potter e sul genere Fantastico

CHI HA PAURA DI HARRY POTTER?

O meglio: chi ha paura della Warner Bros?

Era già successo nel 2004. Avevo descritto la vertenza nel capitolo de L’Incantesimo Harry Potter relativo alle dispute legali del maghetto, illustrando come la Warner Bros avesse tentato di diffidare la British Tour dall’usare il nome di Harry Potter in relazione al pacchetto di visite guidate ai luoghi dove sono stati girati i film tratti dai romanzi.

La diffidata, ciononstante, aveva continuato per la propria strada senza nemmeno modificare l’intitolazione nel senso proposto da Warner (una complicata perifrasi che sanciva l’estraneità della produzione al pacchetto turistico) o aggiungendo, in alternativa, un disclaimer relativo al non coinvolgimento di quest’ultima o della Rowling al suddetto tour.

Alla fine la major, resasi evidentemente conto – in questo caso – della debolezza della propria posizione non ha mai osato fare un passo dinanzi al giudice, preferendo lasciar morire la cosa.

Qualche tempo fa una situazione simile, riportata dalla testata Wales On Line, si è ripresentata col Consiglio Comunale di Monmouthshire. Quest’ultima è la contea dove si trovano parecchie location usate per girare I Doni della Morte come la Foresta di Dean, le zone attraversate dal fiume Dye e il Severn Bridge. Inoltre, vi si trovano paesini come Abergavenny o Tutshill, che vengono menzionati nei romanzi in qualità, rispettivamente, di fermate del Nottetempo o di luoghi d’origine delle squadre di Quidditch (i Tutshill Tornados). Senza contare poi che la Rowling ha trascorso a Tutshill una parte dell’infanzia e che la Foresta di Dean è stata un suo teatro di giochi.

Pertanto, uno dei consiglieri, Armand Watts, aveva pensato di contattare l’agenzia della Rowling per saggiare le possibilità di associare il nome di Harry a quei luoghi, il tutto a ovvi fini di pubblicità turistica.

Visti i precedenti, la risposta negativa era scontata, tuttavia non si riesce a capire perchè il Comune abbia comunque rinunciato alla possibilità di questa pubblicità indiretta, anche senza la (gradita ma non indispensabile) ‘benedizione’ ufficiale,  visto che un conto è il legittimo copyright, un altro il diritto di dire alla gente che nei film o nei romanzi di Harry Potter compaiono sequenze che riprendono l’area tale e tal altra o, ancora, che lì la sua autrice ha vissuto da bambina. Esattamente come ha continuato a fare la British Tour.

Il Consiglio comunale, invece, si è arreso tout court all’arbitario veto di Christopher Little.

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